Accompagnare, promuovere e sostenere la vita consacrata per far sì che sia autentica e radicale sequela del Signore, fedele alla Chiesa e agli insegnamenti di colui che la presiede nella carità a nome di Cristo. È la missione che da cento anni porta la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica ad affiancare antiche e nuove forme di vita religiosa, che operano in una società in continuo cambiamento, percorsa da grandi drammi e spesso disorientata, dimentica e allo stesso tempo bisognosa di Dio e del suo regno, del quale proprio le persone consacrate sono silenziosi testimoni.
Questi ultimi cento anni di vita del dicastero - gli anni cioè trascorsi da quando san Pio x ridefinì ambiti e competenze dei vari dicasteri con la costituzione apostolica Sapienti Consilio del 29 giugno 1908 - sono stati ripercorsi questa mattina, sabato 22, nell'Aula Magna dell'Augustinianum dove si è svolto un convegno celebrativo dal titolo "Cento anni al servizio della vita consacrata".
La ricca storia della congregazione è stata riproposta dal claretiano Aquilino Bocos Merino, la cui approfondita relazione ha consentito di ripercorrere un cammino che si è sviluppato lungo un secolo segnato da grandi guerre, crimini, ideologie totalitarie ma anche pieno di speranze. L'oratore ha iniziato il suo racconto a partire dalla originaria Sacra Congregatio super consultationibus episcoporum et aliorum prelatorum istituita da Sisto v il 27 maggio del 1586, e seguendo poi tutte le successive modifiche sino a quella che ha portato all'attuale denominazione introdotta dalla Pastor bonus di Giovanni Paolo II del 28 giugno 1988. Sono stati cento anni che si sono intrecciati con grandi momenti della vita della Chiesa, oltreché del mondo. Tuttavia, ha fatto notare il relatore, non è mai venuto meno il carattere pastorale del suo servizio, né la costante attenzione alla vita consacrata, alla fedeltà ai carismi e alle nuove comunità e movimenti.
La celebrazione del centenario, secondo il relatore, deve costituire un momento di "grata memoria" ma anche di "rinnovata speranza" per un servizio pastorale "che promuove un futuro sempre più evangelico ed evangelizzatore attraverso la vita consacrata". E sul futuro si è concentrata la parte conclusiva della relazione. Un futuro pieno di sfide per la vita consacrata, ha notato il relatore, tra le quali le più temibili sono lo sconforto e la disperazione. "Per questo - ha detto - è consolante che il Santo Padre con la lucidità che lo caratterizza, stia dando un nome a ognuna delle richieste che ci giungono dal di fuori e dal di dentro e abbia sempre una parola di incoraggiamento. Come è anche confortante il livello di presa di coscienza e di responsabilità che si osserva nella Congregazione quando si trova davanti a conflitti, problemi e progetti per il futuro. Infonde fiducia sapere che la Congregazione è presente nei forum in cui si affrontano i temi che riguardano i consacrati".
Del resto quello sulla vita consacrata è un progetto "sempre aperto non per una precisa volontà, ma - ha detto il relatore - perché è lo Spirito Santo che spinge e amplia gli orizzonti. In questo momento allarga il nostro sguardo verso ciò che è diverso, nell'ambito umano, grazie all'emigrazione e alla mobilità; nell'ambito culturale attraverso l'interazione tra i popoli e le loro culture; nel campo informativo mediante lo sviluppo delle tecniche di informazione; nell'ambito carismatico con la molteplicità dei doni che fioriscono; in quello ecclesiale attraverso le relazioni tra le forme di vita e dei ministeri". Naturalmente questo pluralismo e la conseguente complessità delle situazioni "fanno sì che quanti hanno delle responsabilità nell'orientamento e nell'accompagnamento della vita consacrata debbano affinare la visione, il discernimento e la decisione propositiva: devono essere da un lato liberi e recettivi, dall'altro pronti a dare risposta anche ai fatti inattesi".
E nel portare a compimento la missione evangelizzatrice "non deve esserci spazio per la monotonia, per la routine e per l'ovvietà" nel servizio dei consacrati perché "chi si lascia intrappolare dall'ovvietà - ha detto avviandosi a conclusione il relatore - non concede spazio all'ammirazione, addormenta la tensione spirituale e oscura l'immaginazione tanto necessaria per pensare e amare, per mettere passione in quello che facciamo".
In apertura del convegno il cardinale prefetto Franc Rodé, portando il suo saluto ai partecipanti - tra i quali erano i cardinali Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ed Eduardo Martínez Somalo, prefetto emerito della congregazione, l'arcivescovo Fernando Filoni, sostituto della segreteria di Stato e numerosi altri arcivescovi e vescovi - dopo aver brevemente ripercorso il cammino della congregazione in questi ultimi anni, ha voluto gettare lo sguardo su un futuro che, nell'ottica del servizio alla vita consacrata dovrà continuare a essere interpretato con l'intelligenza della fede. Dovrà essere un servizio "che si connoti - ha detto il cardinale - solerte e umile nel sostenere la decisione libera e rischiosa di donne e uomini che, nella donazione di sé al Dio che si rivela, aprono gli occhi della mente e orientano il movimento del loro cuore nel consentire e nel credere all'invito "vieni e seguimi"". Andrea Riccardi è stato chiamato a riflettere sul futuro della vita consacrata proprio alla luce della sua lunga storia. Riccardi ha ripercorso le trame di questo secolo "per un verso definibile come il secolo della vita consacrata" ma nello stesso tempo "caratterizzato - ha detto - da una profonda crisi delle vocazioni" che, con "qualche eccezione" ha riguardato tutte le congregazioni sia femminili che maschili. Conseguenza ha detto dello sconvolgimento provocato dal sessantotto, che ha portato quei cambiamenti nel pensiero e negli atteggiamenti che in un certo senso erano stati "preannunciati" dal concilio stesso. Positivo il fatto però che siano nati diversi movimenti e diverse nuove comunità che, se è vero che non potranno mai sostituire il ruolo della vita religiosa nella Chiesa, potranno tuttavia offrire varie forme di collaborazione. L'arcivescovo segretario della Congregazione Monsignor Gianfranco Agostino Gardin, ha infine concluso i lavori all'insegna di una rinnovata speranza. (mario ponzi)
(©L'Osservatore Romano - 23 novembre 2008)
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