La Sony cercava un prete e ne ha trovati tre. È così che sono stati lanciati nel roboante mondo della musica leggera "The Priests", un gruppo di sacerdoti nordirlandesi che dal 14 novembre vedranno il loro album d'esordio distribuito contemporaneamente in trenta Paesi, inclusi gli Stati Uniti, l'Europa continentale, l'Argentina e le Filippine.
In origine l'etichetta discografica voleva affidare alcune arie di musica sacra a un solista, preferibilmente un prete. Ma, come avviene spesso nei film di animazione e alcune volte anche nella vita reale, a un famoso produttore come Nick Raphael arriva sul tavolo una registrazione amatoriale che risponde esattamente all'esigenza di quel momento: unico impedimento è che i cantanti sono tre.
Con l'elasticità che non manca al mondo della produzione musicale, il progetto viene immediatamente modificato e si avviano le trattative per convincere gli interpreti a firmare un contratto. L'operazione dell'etichetta discografica è chiara: rispondere alla richiesta di un mercato senza precedenti: milioni di persone che chiedono musica sacra, di qualità, cantata con gusto. Per fare questo occorrono delle voci credibili, non solo sotto il profilo musicale, ma anche sotto quello spirituale. "Il repertorio che eseguiamo - spiega padre Eugene O'Hagan - non è originale, la differenza tra noi e altri artisti che affrontano gli stessi pezzi sta nel fatto che noi conosciamo la profondità e l'importanza della preghiera".
Assieme al fratello Martin e a David Delargy, Eugene si trova ora a confrontarsi con un ambiente che funziona principalmente secondo logiche legate al profitto ma, spiega il sacerdote, "è un'opportunità per stabilire un contatto tra un mondo di fede e uno spesso lontano dalla spiritualità, è una strada per avvicinare molte persone alla fede cristiana. Questo è il nostro intento".
Uno scopo che i tre si sono posti, seppure su scala più ridotta, già dalla scuola secondaria, frequentata negli anni Settanta nei pressi di Belfast. È lì che hanno cominciato a cantare insieme, anche grazie all'incoraggiamento di una suora che li ha iniziati all'arte dei suoni trovando terreno fertile in tre ragazzi che provenivano da famiglie in cui la musica era una cosa importante.
Fede e attaccamento alle origini, dunque, per questo gruppo che affianca a una raccolta di brani d'ispirazione spirituale - come l'Ave Maria, il Panis angelicus o il Pie Iesu - anche motivi della tradizione irlandese. Il cd si avvale degli arrangiamenti di monsignor Pablo Colino, già direttore della Cappella Giulia.
I produttori si propongono di scalare le classifiche mondiali, come hanno fatto qualche anno fa i monaci cistercensi di Stift Heiligenkreutz - che partendo da un video messo in rete su Youtube raggiunsero una grande popolarità vendendo moltissime copie in Austria - e prima ancora, nel 1994, i benedettini di Santo Domingo de Silos, in Spagna, che furono un vero e proprio caso discografico internazionale.
Lo scopo del gruppo - spiega padre Eugene - è quello di "usare il talento della voce che ci è stato donato da Dio e mettere in contatto tante persone con la spiritualità attraverso la musica". E i guadagni andranno in parte in beneficenza: ma "dobbiamo ancora decidere esattamente verso chi indirizzarli".
(©L'Osservatore Romano - 5 novembre 2008)
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