giovedì 1 settembre 2011

Una preziosa lettera inviata ai media dall'Avv. Formicola


«Un noto ristoratore di Milano è stato rinviato a giudizio, insieme alla moglie, per maltrattamento di animali: in una sala del suo locale aveva esposto alcuni astici vivi su un letto di giaccio per poi cucinarli. L’accusa, nei loro confronti, è quella di aver causato agli astici sevizie in quanto sono stati sottoposti “a comportamenti e a fatiche insopportabili per le loro caratteristiche etologiche”. La scoperta dei prelibati crostacei vivi adagiati sul ghiaccio era stata fatta dai Nas attorno al 20 novembre del 2007. Il processo è iniziato il mese scorso davanti alla quarta sezione penale del Tribunale di Milano, ma se ne è avuta notizia solo oggi» (Agr).
Meglio tardi che mai: sebbene in ritardo, è proprio un bene che ne abbiamo avuto notizia, che la cosa si sia finalmente risaputa. Infatti, certi crimini dovrebbero essere noti a tutti, perché un fremito di orrore possa percorrere il Paese e tradursi in un moto d’indignazione che inchiodi i colpevoli al muro dell’esecrazione generale che meritano. Gli astici non possono essere costretti al freddo e al gelo (in realtà, il ghiaccio consente loro di sopravvivere; senza, morirebbero lentamente e non potrebbero esprimere il meglio di sé: chi scrive non mangerebbe mai una linguina con astice o un astice al burro che non siano morti in padella). Eluana Englaro, invece, può, anzi deve, essere privata di acqua e cibo finché morte non sopraggiunga. I giudici così hanno deciso. È solo vero: certi crimini dovrebbero essere noti a tutti.
Giovanni Formicola