martedì 18 novembre 2008

G 20 update

Annunciate misure per combattere il protezionismo
e per chiudere il Doha Round entro il 2008

Dal g20 un piano per rilanciare i mercati
senza guardare ai Paesi più poveri


Washington, 17. Sei punti, un piano di azione coordinato, molto vicino alle richieste europee, per reagire alla crisi finanziaria globale e sostenere i mercati emergenti. Questo il risultato dei due giorni del vertice g20 a Washington, la prima riunione dell'organismo informale a livello di capi di Stato e di Governo. I leader partecipanti hanno espresso tutti la propria soddisfazione sull'esito delle trattative. E tuttavia, nel comunicato finale non compare alcun riferimento ai Paesi più poveri, quelli veramente nell'occhio del ciclone della crisi, vessati dall'aumento dei prezzi delle materie prime.
Ora tutti gli occhi sono puntati verso Londra, dove il 30 aprile ci sarà il prossimo g20, prima tappa per fare il punto sulle riforme avviate e debutto di Barack Obama sulla scena internazionale. L'obiettivo a lungo termine - come ha sottolineato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon - è arrivare presto a "una governance futura dell'economia mondiale". Il presidente statunitense George W. Bush ha definito il vertice "molto produttivo". Inoltre, secondo il capo dell'Eliseo, Nicolas Sarkozy, presidente di turno dell'Unione europea, il summit ha segnato "la fine del capitalismo del fai-da-te" e il primo passo verso "la creazione di nuove regole per i mercati, per impedire che una crisi del genere possa ripetersi". Il presidente russo Dmitri Medvedev ha auspicato una maggiore partecipazione dei Paesi emergenti, tra cui in particolare la Cina, l'India e il Brasile. Al Fondo monetario internazionale - ha aggiunto Medvedev - "vanno garantiti gli investimenti necessari".
Nel piano di azione del g20 si chiede ai Governi di non assumere misure protezionistiche e di chiudere entro l'anno le negoziazioni del Doha Round. Per questo, è anzitutto necessario un forte sostegno alla politica monetaria. Come si legge nel comunicato finale del vertice, i leader partecipanti intendono continuare gli sforzi "e prendere qualsiasi futura iniziativa ritenuta necessaria per stabilizzare il sistema finanziario. Riconoscere l'importanza del sostegno alla politica monetaria secondo quanto reso opportuno dalle condizioni interne". A ciò debbono aggiungersi misure fiscali per "stimolare rapidamente la domanda interna in modo adeguato - si legge ancora nel comunicato finale - fermo il presupposto di salvaguardare la sostenibilità fiscale".
Per aiutare le economie emergenti - Cina e India in primis - il g20 ritiene sia necessario agevolare l'accesso al credito "anche attraverso linee di credito e programmi di sostegno". Un ruolo importante in questo può svolgerlo il Fondo monetario internazionale, del quale si accolgono con favore "le nuove linee di credito a breve termine", anche se si chiede "una rapida attuazione della revisione dei suoi strumenti e delle sue strutture per garantire flessibilità". Un forte monito è stato rivolto alle banche "per lo sviluppo multilaterale - si legge ancora nel comunicato - e per utilizzare a pieno la loro disponibilità a sostenere i programmi di sviluppo". Per questo, i leader del g20 chiedono che gli istituti finanziari internazionali abbiano "le risorse sufficienti per continuare a ricoprire il loro ruolo" nel superamento della crisi. "È assolutamente chiaro - ha detto il premier britannico Gordon Brown - che stiamo cercando di costruire nuove istituzioni finanziarie".



(©L'Osservatore Romano - 17-18 novembre 2008)

Nessun commento: