Le attività didattiche del collegio, affiliato alla Pontificia Università Urbaniana, erano state trasferite ad Ankawa, nel nord del Paese. È stato trasferito là anche il seminario maggiore caldeo di San Pietro e l'istituto di scienze religiose per la preparazione dei catechisti, a causa dell'insicurezza che minaccia le comunità cristiane, le chiese e gli edifici ecclesiastici.
Dopo diciannove mesi, il Babel College è quindi tornato alla Chiesa Caldea, grazie alla nuova politica americana che intende lasciare il controllo delle strade all'esercito iracheno. Così, il 6 novembre scorso sono stati firmati i documenti che sanciscono la restituzione degli edifici ed il risarcimento per i danni provocati.
"Secondo l'accordo stilato - ha spiegato monsignor Jacques Isaac, rettore del Babel College - l'esercito americano provvederà al restauro delle parti danneggiate e a sostituire ciò che è stato distrutto, come le attrezzature delle aule e la tipografia".
L'accordo è stato siglato oltre che da monsignor Isaac anche dal vescovo ausiliare di Baghdad dei Caldei, monsignor Shlemon Warduni.
Il rettore ha auspicato che, una volta ultimati i lavori di restauro, si possa riprendere l'attività didattica. "Speriamo - ha detto - che tutto nel complesso di Dora, la facoltà, l'istituto e il seminario, possa tornare a funzionare come prima. Le sezioni create ad Ankawa non saranno comunque chiuse: in questi mesi ci siamo resi conto della loro utilità anche nel nord ed intendiamo mantenerle funzionanti".
La sicurezza dell'edificio è ora affidata all'esercito iracheno che dovrà dimostrare di saperlo e volerlo proteggere, dando prova della volontà del governo di rispettare e garantire le minoranze. In ogni caso a distanza di cinque anni e mezzo dall'inizio della guerra in Iraq è incredibile come la speranza sia ancora la molla che guida gli iracheni. Che ci sia ancora qualcuno, e tra essi il rettore monsignor Isaac, che abbia ancora voglia di lottare, di costruire, di pensare al futuro.
(©L'Osservatore Romano - 16 novembre 2008)
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