domenica 19 ottobre 2008

La mamma dei cretini è sempre incinta

Un’altra giornata di
manifestazioni nelle università
napoletane. Il cuore della rivolta,
come prevedibile, è la Federico
II, e precisamente la facoltà di
Lettere, a Porta di Massa: ieri
mattina è convogliato lì un corteo
di 300 studenti che si sono uniti
all’assemblea permanente nella
riunione - presidio del cortile, per
discutere dello smantellamento
del comparto pubblico
dell’Istruzione e della Cultura. La
seconda tappa è stata la riunione
del Senato accademico: durante
l’occupazione del Rettorato di
qualche giorno fa Trombetti ha
negato il suo aiuto alla causa
degli studenti, o meglio, di quella
parte che chiede il blocco
immediato della didattica e la
discussione di un nuovo piano
per le università. Così i
componenti della Rete degli
universitari in movimento,
affiancati dai dottorandi e
ricercatori e dagli studenti medi,
si sono rivolti direttamente al
Senato, chiedendo di poter
leggere e discutere un
documento. Permesso negato:
l’organo collegiale ha sciolto la
seduta, rifiutando di riunirsi alla
presenza dei giovani. Maggior
successo nell’assemblea di
facoltà di Lettere, dove i ragazzi
sono riusciti a leggere il
documento ricevendo l’appoggio
di qualche docente. I professori si
sono riservati di esprimersi, ma
per ora non vogliono il blocco
della didattica pur avendo
ascoltato le ragioni degli
studenti. La protesta, comunque,
non si limita alla Federico II, e
mentre in alcuni licei si inizia a
parlare di occupazione, il Senato
accademico dell’Orientale ha
convocato un’assemblea per il 22
mattina nel palazzo di via
Marina: per quel giorno tutte le
attività didattiche sono sospese.
«Con la riforma i lavoratori
precari dell’Università subiscono
un duro colpo - spiega Aldo, della
rete dei ricercatori - Rettore e
docenti non sembrano
interessati, ma forse è perché i
loro stipendi non vengono toccati
». E Diego, uno degli studenti in
assemblea permanente, fa
notare: «La Gelmini vuole
cancellare il ’68, ha iniziato con il
grembiule. Credo che scuola e
università debbano fermarsi per
ragionare». Ma c’è chi condanna
le proteste: «È inaccettabile che
una sparuta minoranza
impedisca al corpo studentesco di
esercitare il proprio diritto allo
studio - afferma Alessandro
Sansoni, responsabile provinciale
del dipartimento Cultura e
Università di An - la Sinistra si
ostina a difendere uno stato di
cose insostenibile, sobillando la
piazza e facendo
disinformazione».
Antonella Scutiero

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