giovedì 16 ottobre 2008

La Chiesa in Spagna rilancia la famiglia

Il cardinale Rouco Varela ha presentato il piano pastorale 2008-2010 dell'arcidiocesi di Madrid

Madrid, 15. "Ritornare a trasmettere la fede in Gesù Cristo e richiamare l'attenzione intorno alla famiglia, comprendendo perché essa rappresenta la strada umana più importante e imprenscindibile per conoscere Cristo e la sua legge nel cammino per il mondo". È l'impegno che scaturisce dal Piano pastorale triennale incentrato sulla famiglia dell'arcidiocesi di Madrid, presentato in occasione di una solenne celebrazione nella cattedrale dell'Almudena a Madrid.
A presiederla è stato l'arcivescovo di Madrid e presidente della conferenza episcopale di Spagna, il cardinale Antonio María Rouco Varela.
Alla messa hanno partecipato numerosi sacerdoti e fedeli delle parrocchie e dei movimenti apostolici e membri dei diversi istituti di vita consacrata
Il piano sul tema "La famiglia vive. Con Cristo è possibile" è suddiviso in tre parti distinte, una per ogni anno di durata complessiva: nel 2008, in particolare, l'obiettivo generale è "aiutare le famiglie a essere ciò che sono chiamate a essere secondo il piano di Dio".
Per i prossimi anni, 2009-2010, gli obiettivi saranno invece: "La famiglia come Chiesa domestica" e "La famiglia, speranza della società".
Nell'omelia il cardinale ha sottolineato che è importante prendere coscienza di quanto accade attualmente nel mondo ai danni dei nuclei familiari. In particolare, la situazione è stata definita dal porporato "grave, critica e coinvolge tutti". Secondo l'arcivescovo di Madrid "la radice della crisi è rappresentata dalla crisi della fede" e, per tale motivo, ha ribadito che occorre porre l'accento proprio sulla trasmissione della fede, per salvaguardare i principi che tutelano i coniugi e i figli.
La crescente secolarizzazione della società, è stato sottolineato, ha posto le basi per il diffondersi di un nichilismo esistenziale che mina alle basi la tradizionale concezione dell'unione tra un uomo e una donna. Ricordando più volte che la crisi che colpisce il matrimonio è grave, il cardinale ha messo in luce la forte volontà della Chiesa di agire per contrastare il fenomeno. "Quando non si vuole conoscere la verità più elementare su ciò che è il matrimonio, l'unione di un uomo e di una donna - ha affermato - quando non ci sono idee chiare, dove andremo a finire ? Quando si crede che possano coltivarsi interessi a base di altre formule di vita, è allora che stiamo toccando la radice della crisi, la crisi della fede". E ha osservato: "È di somma urgenza ricordare che la famiglia è fonte di vita e di speranza per l'umanità".
Il cardinale ha, tra l'altro, scritto una lettera pastorale specifica intitolata "La Famiglia: vita e speranza dell'umanità" che accompagna il piano come base per il lavoro di questi tre anni. Nella missiva si evidenzia che l'istituzione familiare si sente esposta al pubblico disprezzo, agli annunci di una sua imminente scomparsa e, in ultimo, a evidenti attacchi alla sua natura e stabilità. Per questo, è aggiunto, "è arrivata l'ora di proporre un piano integrale di pastorale familiare per l'arcidiocesi, che sia capace di potenziare con un nuovo impeto la coscienza dell'essere e della missione cristiana delle famiglie".
Il vicario per la pastorale dell'arcidiocesi di Madrid, don Angelo Matesanz, ha poi illustrato i cinque obiettivi intorno ai quali si è sviluppato il piano pastorale: vivere la vocazione del matrimonio; migliorare la preparazione al matrimonio; educare all'amore; potenziare i gruppi di matrimonio e prestare aiuto in situazioni speciali.
Il piano spiega che la pastorale familiare consiste in modo particolare nel ridare agli uomini la fiducia nell'amore capace di costruire una vita. Per la Chiesa esiste dunque l'urgenza di formare, in tale contesto, un soggetto cristiano, di fronte alla fragilità di tante persone. È l'amore vero che si riceve come una promessa, è specificato, a permettere di vivere di speranza. In un mondo che vive dell'immediato e che fonda le sue speranze sulle soluzioni tecniche e sugli accordi sociali, si osserva, si è persa la genuina speranza nata dall'amore.
La società non pone le basi giuste per affrontare con serenità l'avvenire: le coppie guardano al futuro con timore e si fa fatica a promettere un amore per sempre. Il piano, a tale proposito, pone l'accento sul fatto che è proprio su questo aspetto che si devono incentrare l'annuncio e l'accompagnamento della Chiesa che è - ribadisce il documento - esperta nel vivere la speranza nata dalle promesse di Dio che giungono nella parte più intima dell'amore umano. Si tratta pertanto - è aggiunto - di aiutare ogni uomo a vivere la propria vocazione all'amore nelle diverse circostanze della vita.
Nel piano emerge che la costruzione di quell'autentica "comunità di vita e di amore" che è il matrimonio, esige sempre la "purificazione del cuore", come ricordava il servo di Dio Giovanni Paolo II quando parlava della "redenzione del cuore" come un passo imprenscindibile per la vocazione all'amore. Un concetto che è stato indicato nuovamente da Papa Benedetto XVI - è scritto ancora nel documento - insistendo "sul cuore che vede", come un'esigenza interna dell'amore, che trascende la sfera meramente affettiva e consente di conoscere la capacità propria dell'amore a costruire la vita.
Un passo della pastorale, tra gli altri, è dedicato alle situazioni irregolari. Bisogna rivolgere un'attenzione particolare - si osserva - alle famiglie che subiscono la perdita di una persona cara e a quelle che si trovano in una situazione di rottura, con tutte le difficoltà insite nel divorzio, soprattutto per quel che riguarda la sana educazione dei figli, gli abbandoni e ogni genere di violenza. È una gamma crescente di situazioni - è specificato - che richiedono un aiuto specifico, che non sempre i sacerdoti e la comunità parrocchiale riescono a offrire.
A tale proposito si evidenzia la necessità di coordinare in maniera più efficace i Centri di orientamento familiare già esistenti e di crearne altri nuovi, che offrano un aiuto reale ed effettivo ai casi difficili che - è ricordato nel piano - come l'esperienza insegna, se c'è buona volontà da entrambe le parti e il momento è quello giusto, si possono risolvere quasi sempre positivamente. Il documento su questo sottolinea che la comunione ecclesiale è particolarmente importante per agire conformemente al magistero della Chiesa e sotto la guida dei suoi pastori.
Nel piano si conclude che non sono valide le soluzioni semplicistiche che occultano il fulcro del problema. Perciò, rivolgere un'attenzione reale a queste situazioni è molto importante per la presenza e l'immagine della Chiesa di fronte agli uomini.

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