martedì 16 dicembre 2008

Un biglietto di auguri natalizi firmato «Benedictus XVI»

La tradizione iniziata quarantacinque anni fa con Papa Montini 

 

Apparuit gratia Dei Salvatoris nostri omnibus hominibus ("È apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini"):  sono le parole di san Paolo - tratte dalla lettera a Tito (2, 11) - che Benedetto XVI ha scelto quest'anno per il biglietto di auguri natalizi destinato alla Curia romana, ai dipendenti del Vaticano e a tutti i fedeli che parteciperanno a udienze e celebrazioni in programma fino all'inizio della prossima Quaresima. Il Papa le ha scritte di suo pugno, facendole riprodurre dalla Tipografia Vaticana insieme a un'immagine della natività di Niccolò La Piccola (1775) conservata nella sala delle Congregazioni del Palazzo Apostolico vaticano. 
Continua così anche con Joseph Ratzinger la consuetudine dei Pontefici di stampare immaginette e cartoncini augurali a Natale, Pasqua e in altre particolari solennità, con una frase autografa - tratta dalle Scritture, dai padri della Chiesa o dal lezionario - e una raffigurazione artistica in tema con la ricorrenza liturgica. La tradizione fu inaugurata esattamente quarantacinque anni fa da Papa Montini, il quale la tenne viva per tutto il suo pontificato, scegliendo ogni anno con largo anticipo il pensiero augurale. Tanto che a luglio del 1978, un mese prima di morire, aveva già preparato il testo del bigliettino natalizio - che non fu mai pubblicato - con la frase del vangelo di Luca (2, 11) Natus est vobis hodie Salvator, qui est Christus Dominus("Oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore"). 
A rivelarlo è padre Leonardo Sapienza nel volumetto Natale con Paolo vi, pubblicato a trent'anni dalla morte del Pontefice con l'intento di favorire "la rilettura e la meditazione dei suoi insegnamenti" per comprendere che "la vera ricchezza del Natale è quella interiore e religiosa". Ma anche - confessa l'autore - per mostrare la cura personale che Montini metteva sempre nella preparazione dei discorsi e dei testi delle sue riflessioni. Proprio per questo, il religioso rogazionista riproduce nel libro gli autografi delle catechesi scritte da Paolo vi per le udienze generali del 21 e del 28 dicembre 1966, oltre a quelli dei sedici biglietti di auguri per il Natale dal 1963 fino alla sua morte:  compreso, dunque, il pensiero inedito del 1978. Corredano la pubblicazione tredici brani tratti da discorsi dedicati al mistero dell'incarnazione, pronunciati tra il 1963 e il 1977. 
Una piccola antologia natalizia racchiusa in appena quaranta pagine. Sufficienti, tuttavia, ad affacciarsi sulle profondità dell'animo montiniano. Che si rivelano soprattutto nello stile penetrante della sua parola:  erudita ma familiare, scavata continuamente dallo stupore di fronte a un evento che "quanto più supera la nostra capacità di comprensione - scrive nel 1966 - tanto più attrae e impegna la nostra avidità di contemplazione". 
La scelta di riprodurre gli scritti autografi appare sicuramente felice. Anche perché rivela particolari inconsueti nella stesura e nella successiva rifinitura dei testi da parte del Pontefice. Come per la catechesi del 21 dicembre 1966, sulla quale l'allora Teologo della Casa Pontificia, il domenicano Luigi Ciappi - che aveva il compito di rivedere i discorsi del Papa per eventuali questioni teologiche - preparò una nota a proposito dell'espressione "alla divina umanità di Cristo" usata da Montini nel manoscritto originario. "La frase può apparire un po' insolita - osservava Ciappi nell'annotazione riportata da Sapienza - e prestarsi a un'interpretazione meno ortodossa. Però è teologicamente ammissibile, nel senso che l'umanità di Cristo è divina ratione personae". Come si vede dal testo definitivo, Paolo vi avrebbe poi accettato in sostanza il rilievo del teologo optando per l'espressione "alla umanità di Cristo Uomo-Dio". 
Benedetto XVI prosegue dunque nel solco della tradizione natalizia inaugurata nel 1963 da Montini e continuata da Giovanni Paolo ii. Quest'anno il Pontefice ha anche deciso di regalare ai prelati della Curia romana una copia del volume Chi crede non è mai solo, stampato appositamente per lui dall'editore Cantagalli di Siena in una tiratura limitata di cinquecento copie fuori commercio. Il libro raccoglie i discorsi, le omelie, le preghiere e le riflessioni del Pontefice in occasione del viaggio in Baviera compiuto dal 9 al 14 settembre 2006. Un'occasione per riscoprire alcuni testi papali fondamentali, come quello del discorso all'università di Ratisbona, perché "solo attraverso una lettura attenta e completa - si legge nel libro - si può scoprire quanto essi siano fecondi e ricchi di un'antica saggezza che oggi il mondo contemporaneo e, in particolare l'Europa e l'Occidente, sembrano dimenticare". (francesco m. valiante)



(©L'Osservatore Romano - 17 dicembre 2008)

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