martedì 16 dicembre 2008

La festa della Natività a Betlemme tra speranza e gioia

Betlemme, 16. Con l'accensione del grande albero di Natale, nella piazza principale della città, si sono aperte ufficialmente domenica scorsa a Betlemme le celebrazioni del Natale 2008. 


Alla cerimonia erano presenti anche le massime autorità palestinesi guidate dal presidente, Abu Mazen. 
"Vogliamo in questo modo sottolineare la particolarità di questo Natale - ha dichiarato il parroco di Betlemme, padre Samuel Habib - lo spirito che sto notando in questo tempo che precede il Natale è quello dei giorni migliori, di gioia, di speranza in tutti gli abitanti di Betlemme. È una gioia contagiosa che si sparge in tutta la città e si mescola ai sorrisi dei pellegrini che la stanno affollando. Un'atmosfera diversa da quella degli anni scorsi - aggiunge il sacerdote - grazie anche alla diminuzione della violenza e a rinnovate speranze di pace". 
Nel 2008 Betlemme - riferisce l'agenzia Sir - ha visto arrivare circa un milione e mezzo di pellegrini e per i giorni di Natale si registrano già tantissime prenotazioni tra alberghi, ristoranti e luoghi di accoglienza. 
"La loro folta presenza - ha sottolineato il parroco di Betlemme - ha riportato un netto miglioramento dell'economia generando gioia e speranza per il futuro del Paese. E si profila un 2009 anche migliore". 
Agli occhi dei pellegrini Betlemme, già da qualche giorno, appare illuminata e decorata e con un programma ricco di manifestazioni tra le quali spicca, il prossimo 23 dicembre, "la marcia della pace dei bambini di Gerusalemme e Betlemme che giungerà alla basilica della Natività dove si pregherà per la pace". 
Confermata anche, alla santa messa di mezzanotte, la presenza del presidente dell'Autorità palestinese, Abu Mazen, dei leader musulmani e delle altre confessioni cristiane. 
"In questo tempo di Natale, così come per la Santa Pasqua - ha concluso padre Samuel Habib - a tutti gli abitanti di Betlemme e delle zone vicine verrà concesso dagli israeliani un permesso per poter entrare e uscire dalla città e andare a far visita ai parenti, superando così il muro di separazione, con il check point israeliano, che di fatto rende Betlemme una città chiusa".



(©L'Osservatore Romano - 17 dicembre 2008)

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