di Marta Lago
Quando Benedetto XVI ha pubblicato la Spe salvi, l'Asociación Católica de Propagandistas (Acdp) e la Fundación Universitaria San Paulo Ceu non hanno esitato nel fare dell'enciclica il filo conduttore del congresso annuale "Cattolici e vita pubblica", incentrandolo sul tema "Cristo, la speranza affidabile". Questa decisione si è dimostrata opportuna, visto che nell'ultimo anno le crisi che attanagliano società intere si stanno acuendo e moltiplicando. Vita, famiglia, comunicazione, educazione, cultura, migrazione, economia, politica, legislazione e molti altri ambiti stanno divenendo campi di battaglia dei più diversi interessi.
Tuttavia, per il mezzo centinaio di conferenzieri del congresso internazionale - conclusosi di recente e giunto alla sua decima edizione - e per gli oltre quattrocento partecipanti, costituiscono ambiti opportuni, e più che mai necessari, per far risplendere la speranza cristiana.
Punto di riferimento dei laici cattolici, questo grande incontro annuale non ammette disfattismi o vittimismi, bensì analizza in modo costruttivo la realtà in cui il cristiano è chiamato ad agire. Inoltre è espressione di comunione con i pastori, con la partecipazione del cardinale Antonio Cañizares Llovera, arcivescovo di Toledo e primate di Spagna, alla presentazione dell'evento. La sua apertura è stata affidata al nunzio apostolico, l'arcivescovo Manuel Monteiro de Castro, e al vescovo ausiliare di Madrid, monsignor Juan Antonio Martínez Camino, e l'eucaristia finale è stata presieduta dal cardinale arcivescovo di Madrid Antonio María Rouco Varela, presidente della Conferenza episcopale spagnola.
I tre giorni di lavoro hanno messo in luce sfide, hanno esortato a una presa di coscienza e hanno indicato possibili risposte. Fra i moniti più frequenti, vi è stato quello dell'autosufficienza dell'uomo e della cultura che sostituisce Dio con il progresso. Di fronte a ciò diviene evidente la necessaria presenza della fede nella vita pubblica, un autentico vaccino contro la tentazione totalitaria di considerare l'uomo come un semplice pezzo dell'ingranaggio sociale. Fra le preoccupazioni più profonde del congresso vi è stata la questione della bioetica, e in particolare l'aborto, l'eutanasia e il loro sviluppo legislativo che non favorisce la vita. A tal fine si è insistito sul rigore terminologico per smascherare la realtà omicida, si è osservato che l'essere in vigore da tanto tempo di una legge, come quella dell'aborto, non la rende più giusta, ed è stato proposto l'obiettivo realmente progressista dell'abolizione dell'aborto.
Le argomentazioni sono state sempre guidate dalla ragione: la scienza conferma che l'essere umano esiste fin dal suo concepimento, per cui è urgente definire giuridicamente il riconoscimento dei diritti umani fin dai primissimi momenti di vita. Conferenzieri e partecipanti hanno affrontato anche la scottante questione della perdita di affidabilità dei mezzi di comunicazione quando soccombono al potere e al denaro. La risposta di speranza delle testate giornalistiche passa per la riscoperta della loro vocazione di servizio al bene comune, di trasmissione della verità e d'impulso di libertà.
Le diverse crisi assumono profili propri in Spagna, nel caso dell'educazione, con una presenza eccessiva del potere politico attraverso la materia scolastica "Educazione alla convivenza civile". Nessuno, a iniziare dai genitori, si deve sentire escluso dal compito educativo, che esige d'infondere speranza fra le correnti del nichilismo e dell'indifferenza che dominano la società. Riguardo al cattivo trattamento riservato alla famiglia, bisogna andare in sua difesa, poiché è insostituibile nella formazione dei credenti e dei cittadini di domani, oltre a essere la cellula primaria della società. È molto di più quindi di una mera unità di consumo, come tanti analisti sostengono. Logicamente il congresso ha dato spazio alla crisi economica mondiale, sottolineando l'importanza di promuovere l'austerità, il lavoro, l'onestà. In effetti la sfida principale, più che economica, è etica.
Come è proprio del congresso "Cattolici e vita pubblica", si supera il limite della parola e si invita all'azione. Per questo, al termine dell'incontro, l'organizzazione ha reso pubblico il manifesto "Con speranza", pieno di ottime ragioni per evitare lo sconforto in particolare in Spagna, dove "non si rispetta il sacrosanto diritto alla vita", dove "non si rispettano come dovuto la famiglia e i suoi valori, e neppure l'unico matrimonio vero", dove "non si rispetta il diritto che i genitori hanno di educare i figli secondo le proprie convinzioni religiose e morali". A tutte queste sfide si aggiunge la "crisi economica che evidenzia le contraddizioni di un sistema che non pone l'uomo al centro di tutta la sua attività".
Per questo, dice il documento, "ci sentiamo interpellati e spinti a rinnovare il nostro sforzo e il nostro impegno per il bene comune". Un impegno che si traduce nella volontà di continuare a "contribuire risolutamente a una libertà in una democrazia fondata sul rispetto della verità, a una pace che è impossibile senza giustizia e senza perdono, a una definitiva riconciliazione fra gli spagnoli".
Come frutto del x Congresso "Cattolici e vita pubblica", il manifesto lancia un appello a tutti i cittadini che desiderano unire i propri sforzi per una Spagna migliore. A partire dall'identità cattolica, "esprimiamo con speranza - afferma il testo - la nostra piena disponibilità a un dialogo aperto alla fede e alla ragione al quale possiamo partecipare, con reciproco rispetto, in un clima di sana laicità, dalle più diverse posizioni, quando abbiamo un sicuro punto di incontro nell'affermazione della dignità della persona in tutte le fasi dello sviluppo naturale della sua esistenza, in difesa dei diritti fondamentali radicati in quella dignità umana e nei valori propri di una società democratica".
Il manifesto contiene altri motivi di speranza, per esempio la convinzione che "questa società potrà cambiare solo se cambieremo tutti ogni giorno", vivendo coerentemente. La ragione più importante, però, quella che viene proposta senza complessi a quanti desiderano accoglierla, è "Cristo, l'unica speranza affidabile".
Mentre sta per compiere il suo primo secolo di vita, l'Acdp ha condiviso in questo congresso annuale lo spirito apostolico di una presenza di fede nella vita pubblica. Anche quest'anno il congresso ha compiuto la propria missione: risvegliare e promuovere l'impegno dei laici cattolici nelle numerose sfere della vita ed essere un luogo di incontro per movimenti e nuove realtà ecclesiali, per associazioni e numerosi fedeli. Tutto ciò fa sì che, non solo per i suoi frutti ma anche per il suo semplice svolgimento, il congresso sia già un motivo di speranza.
(©L'Osservatore Romano - 7 dicembre 2008)
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