lunedì 22 dicembre 2008

Pio XII architetto di pace

Il cardinale Tarcisio Bertone a Montefiascone

Pio XII è stato un grande Papa, vissuto in un periodo particolarmente difficile e "giustamente definito architetto di pace" per avere "costantemente invocato la pace" e dato rifugio agli ebrei che fuggivano dalla furia nazista. Oggi invece è ingiustamente vilipeso. Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ha voluto ricordare così Papa Pacelli "sincero amico dell'umanità e fedele servitore della Chiesa". L'occasione gli è stata offerta dall'invito a celebrare, domenica scorsa 21 dicembre, la messa nella concattedrale di Montefiascone a conclusione delle manifestazioni celebrative organizzate dalla diocesi per il cinquantesimo della morte di Pio XII.
Facendo riferimento alla prossimità delle feste natalizie, foriere di quel messaggio di pace "dono prezioso del Natale", che si identifica in Cristo, che è la nostra "vera pace", ha ricordato come proprio Papa Pacelli non cessò mai "di invocare la pace negli anni travagliati del suo lungo pontificato. Come non richiamare, ad esempio, il suo accorato radiomessaggio del Natale 1942? In esso indicò al mondo i cinque punti essenziali per costruire la pace su solidi fondamenti di una nuova società: riconoscimento e tutela della dignità e dei diritti della persona umana; centralità della famiglia, fondamento della società; dignità del lavoro e salari giusti per le necessità dei lavoratori e delle loro famiglie; sicurezza giuridica, mediante un giusto ordinamento giuridico; la concezione dello Stato e del potere come servizio alla persona". E della pace Pio XII non si limitò a proclamare solo la necessità con ripetuti appelli, ma volle in modo concreto testimoniare la sua ansia per essa con una ben nota e intensa attività caritativa in favore delle famiglie più colpite dai tragici eventi bellici. "E quando si scatenò la persecuzione contro gli Ebrei - ha ricordato il cardinale -, volle impartire urgenti e precise disposizioni alle istituzioni cattoliche di Roma affinché aprissero le porte a uomini, donne e bambini anche a rischio della vita; così che potettero salvarsi proprio grazie al coraggio e alla sensibilità del Papa e della Chiesa".
Il segretario di Stato ha poi voluto ricordare il sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo riaffermando l'inalienabilità e l'universalità dei diritti umani, oggi a rischio a causa dell' "individualismo e del relativismo culturale ed etico che caratterizza ampiamente il nostro tempo".
Nel pomeriggio il cardinale segretario di Stato ha presenziato, nella rocca dei papi sempre a Montefiascone, alla presentazione del libro di monsignor Fabio Fabene intitolato Un buon pastore. Il volume, edito in elegante veste tipografica dalla Libreria Editrice Vaticana, è interamente dedicata al vescovo di Viterbo monsignor Luigi Boccadoro (1911-1998), la cui figura - grazie alla conoscenza e all'abilità descrittiva dell'autore - si staglia sulla scena di un momento storico di notevoli cambiamento sociali ed ecclesiali". "Monsignor Fabene - ha detto il cardinale Bertone presentando l'opera - conduce il lettore nel cuore stesso del prete e del vescovo Boccadoro", mostrandone l'aspetto "dell'instancabile lavoratore", costantemente al servizio della sua Chiesa e dei suoi figli.
Il pregio del lavoro di monsignor Fabio Fabene sta nell'essere riuscito a far emergere la figura di un pastore legato ai suoi più saldi principi ma straordinariamente aperto al futuro e - come nota il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione dei Vescovi, nella prefazione - "con il cuore aperto a tutti".



(©L'Osservatore Romano - 22-23 dicembre 2008)

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