lunedì 22 dicembre 2008

Le "Preghiere del cristiano" raccolte da Inos Biffi

Parole da leggere senza fretta


di Stefano Maria Malaspina

Dall'immenso lascito che la tradizione cristiana custodisce, e di cui la Chiesa non cessa di vivere, Inos Biffi ha raccolto in antologia un buon numero di preghiere, ora apparse in coedizione da Città Nuova, Libreria Editrice Vaticana e Jaca Book. Ne è risultato un agile volume, Preghiere del cristiano (pagine 280, euro 5) proposto a ogni fedele. Fra le attività umane, la preghiera è di quelle che avvicinano a Dio ed elevano lo spirito, senza condizioni di tempo o di luogo: non esiste momento della giornata o condizione di vita che il cristiano non possa trascorrere in dialogo col Signore. L'orazione emerge infatti spontanea in chi, come il giovane John Henry Newman, riconosce con stupore che "nel mondo ci sono due esseri assoluti, di luminosa evidenza: io e il mio Creatore"; e sa conseguentemente pronunciare, con confidenza, il proprio affidamento alla "Luce benigna".
Vivendo in orazione, la Chiesa si esprime nella forma più alta e santa: anzitutto nella celebrazione dei sacramenti, in particolare dell'Eucaristia; non a caso in questa raccolta si trovano numerosi testi liturgici, che il teologo Inos Biffi, studioso del pensiero e degli autori medioevali e curatore della riforma del Messale e della Liturgia delle ore ambrosiani, ha sapientemente scelto e presentato.
Le Preghiere del cristiano - in un tempo in cui la vita interiore pare difficile, quasi soffocata dalle assillanti preoccupazioni di chi è impegnato nel mondo - sono un prezioso florilegio per i genitori che vogliono pregare con i propri figli; per gli anziani e gli ammalati che cercano speranza e conforto nella solitudine; per gli sposi che nell'orazione rinnovano la loro fedeltà; per chiunque cerca un momento di intimità spirituale nella pausa lavorativa; per quanti accompagnano il prossimo nell'intercessione; per chi infine all'orazione si riaccosta, ripercorrendone le parole un tempo apprese e il cui ricorso si è forse affievolito o spento.
Lo spirito e il metodo coi quali utilizzarle sono quelli che, ad esempio, già suggeriva sant'Anselmo d'Aosta nel prologo delle proprie Orazioni e meditazioni, quando si rivolgeva direttamente al lettore con queste parole: "Non si devono leggere nel mezzo del tumulto ma in quiete, né in fretta e senza ponderazione, ma poco per volta con una meditazione attenta e prolungata".
Nel libro si incontrano numerose formule, "segno splendido e sicuro" della pietà - ora solenne e ufficiale, ora privata e immediata - che pure da sé sole non costituiscono preghiera. Ma "se preghiamo senza formule precise, le nostre menti perderanno di vista l'argomento" (Newman).
Ecco le preghiere più conosciute, comuni e diffuse, che scandiscono e sostanziano l'inizio e la conclusione della giornata: il rosario, orazione semplice e cara a Dio come Maria, nella quale sono contemplati i misteri della vita di Cristo; la via crucis, che del Figlio di Dio ripercorre la passione redentrice; le preghiere litaniche e le giaculatorie, che "profonde e vibranti" alimentano la pietà dei semplici; e numerosi testi attinti dalla liturgia, magistero quotidianamente predicato e vissuto. In questo modo è dato corpo alla "storia più bella e più appassionante della Chiesa (...), dalla quale si sono via via formati e accumulati i suoi tesori più preziosi, cioè un numero incalcolabile e un'infinita varietà di testi, che di età in età sono passati a nutrire e ravvivare lo spirito e la voce della pietà". A questo tesoro hanno certamente saputo attingere anche grandi santi e dottori della Chiesa, e quanti, una volta appreso a pregare, sono divenuti a loro turno maestri di orazione: in circostanze e tempi anche molto diversi, hanno saputo pronunciare le medesime parole e rivelarne, con una testimonianza coerente e autentica l'intenzione più profonda.
In appendice sono aggiunte alcune liriche, in cui preghiera, poesia e pensiero cristiano si fondono, e in cui "panorami, avvenimenti e persone" vengono sollevati dalla musicalità del verso "nella zona dell'ineffabile". Il commento è del cardinale Giovanni Colombo, fine letterato e uomo spirituale, che introduce una scelta di testi di san Francesco d'Assisi, Dante Alighieri, Alessandro Manzoni.
Il lettore non è obbligato a cominciare dal principio, lo può fare da dove gli piacerà; basta solo ciò che a suo gusto riterrà utile, con l'aiuto di Dio, ad accendere in sé l'amore della preghiera.



(©L'Osservatore Romano - 22-23 dicembre 2008)

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