L'arcivescovo Angelo Amato a Bialystok, Polonia, proclama beato Michele SopockoUn modello esemplare
di santità sacerdotale
Michele Sopocko, sacerdote polacco, fondatore delle Suore di Gesù Misericordioso e dell'istituto secolare della Divina Misericordia, è stato elevato agli onori degli altari ieri, domenica 28 settembre. La celebrazione, nella quale è stato inserito il rito della beatificazione, è stata presieduta, presso la chiesa della Divina Misericordia a Bialystok (Polonia), dall'arcivescovo diocesano monsignor Edward Ozorowski. L'arcivescovo Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha pronunciato la formula solenne della beatificazione e ha tenuto l'omelia.
Monsignor Amato, nel riproporre l'esemplare santità sacerdotale del nuovo beato, ha voluto innanzitutto ricordarlo come confessore di santa Faustina Kowalska, della quale ha citato una frase contenuta nel suo personale Diario a proposito di una esortazione di Gesù: "Scrivi che giorno e notte il mio sguardo riposa su di lui".
"Su chi riposava lo sguardo di Gesù? - si è domandato l'arcivescovo - Sul beato Michele Sopocko, questa esemplare figura di sacerdote polacco, educatore, formatore di giovani, confessore, padre spirituale, che si aggiunge alle recenti grandi figure della santità polacca, come san Massimiliano Kolbe e suor Faustina Kowalska". Tra gli elementi di attualità nella testimonianza del nuovo Beato monsignor Amato ha sottolineato l'esemplarità "convincente dell'eterna bellezza della sequela Christi. Essere cristiani significa essere nella verità, nella libertà, nella gioia; significa essere sale della terra e luce del mondo.
"In qualsiasi condizione ci troviamo e qualunque cosa noi facciamo la nostra vita è una imitatio Christi, che riecheggia la bontà e la misericordia del Signore Gesù. Così ha fatto Michele Sopocko.
"Ci possiamo chiedere: come imitare il Beato nell'esercizio della virtù della misericordia? La risposta è semplice. Nelle famiglie ogni giorno c'è bisogno di misericordia. Ogni giorno la sposa deve avere comprensione verso lo sposo e viceversa, riconfermando continuamente la loro reciproca fedeltà. Ogni giorno i genitori devono essere magnanimi nel perdonare i propri figli, nel sopportare le loro disobbedienze e le loro continue mancanze. Ma anche i figli devono essere pazienti coi loro genitori e ne devono seguire i buoni esempi e le giuste esortazioni".
Il discorso si è poi spostato sulla società. "La nostra società - ha detto in particolare - ha bisogno di cittadini onesti, buoni, generosi, compassionevoli". Sta alle famiglie forgiarli nel modo più giusto.
Il beato Sopocko consegna però un suo messaggio particolare anche ai sacerdoti: "Siano instancabili nello zelo pastorale. Egli invita - ha ricordato l'arcivescovo Amato - i sacerdoti ad avere un cuore buono e misericordioso; a essere pazienti, miti, accoglienti; a essere perseveranti nella catechesi ai bambini, ai giovani, agli adulti; a essere disponibili nell'indispensabile ministero del perdono nel sacramento della riconciliazione. Oggi, più che mai, i fedeli hanno bisogno di aprire il loro cuore al confessore per riceverne conforto, perdono e benedizione. La gioia più profonda dei cuori deriva dal perdono sacramentale. Il confessionale sia la cattedra più importante del magistero sacerdotale. Cari sacerdoti, siate generosi nel perdono. Così agiva il beato Michele Sopocko. In tal modo ha potuto restituire a tanti cuori la serenità della vita".
Riferendosi poi a quanta parte egli ha avuto nel guidare alla santità una giovane suora, Faustina Kowalska, monsignor Amato ha aggiunto: "Se compito indispensabile di ogni sacerdote è quello di dispensare la misericordia divina sulle miserie umane, è anche suo compito dirigere e guidare le anime dei laici e dei consacrati sulla via della perfezione cristiana. Nell'oceano delle opinioni oggi il sacerdote è chiamato a nutrirsi della parola di Gesù per offrire ai fedeli la verità su Dio e sul destino dell'umanità. In un mondo dalle mille opinioni è difficile discernere la verità, perché nessuno ce la indica con chiarezza e autorità. Spetta ai sacerdoti mostrare la verità del Vangelo alla nostra umanità spaesata. Spetta a loro guidare i giovani alla luce e alla gioia della verità che è Gesù Cristo per diventare buoni cristiani e onesti cittadini".
E a proposito del Vangelo ha ricordato che esso "non è un impedimento alla felicità umana, anzi è il libro della gioia, della vita che vince la morte, della luce che disperde le tenebre. Nella complessità della cultura contemporanea la Chiesa ha bisogno di sacerdoti che sappiano essere maestri di vita spirituale, guide esperte nel discernimento di ciò che è buono e di ciò che è giusto. Giovani e adulti oggi hanno bisogno di uomini saggi, che orientino la loro libertà a scelte coerenti col Vangelo. In un mondo di falsi profeti, che pubblicizzano le loro fatue soluzioni di vita, il sacerdote deve esercitare con umiltà e perseveranza il ministero di pastore delle anime, praticando una vera e propria paternità spirituale".
A proposito dell'importanza dei direttori spirituali nell'evangelizzazione l'arcivescovo ha detto che "Se i genitori danno la vita fisica, i direttori spirituali danno, curano e promuovono la vita spirituale. Non si nasce cristiani, lo si diventa: "Guai a chi è solo, perché, se cade, non ha nessuno che lo rialzi" (Qo 4, 10). I direttori spirituali sono guide sperimentate per far evitare i vizi e per guidare alla virtù. In un mondo secolarizzato, come il nostro, oggi c'è più che mai bisogno di padri spirituali".
Sottolineando i compiti fondamentali della confessione e della direzione spirituale dei sacerdoti, ha proposto il beato Michele Sopocko come modello di una interpretazione eroica di questa missione. Egli, in virtù della sua instancabile attività, "nell'omelia del suo funerale - ha ricordato - fu chiamato: "Il mostro di lavoro, l'eroe, il matto di Dio" (i, 535). Lo zelo per la salvezza delle anime lo spingeva a farsi tutto a tutti. Il fervore per la promozione della devozione e del culto alla Divina Misericordia incendiò il suo cuore e la sua mente. Fu il suo capolavoro. Non fu uno zelo scomposto, sconsiderato, ma prudente, attento, capace di riflettere".
A questo zelo sapiente si deve quel tesoro spirituale che è il Diario di santa Faustina Kowalska. È utile richiamare l'origine concreta del Diario. Sopocko fu, dal 1932 al 1941, confessore delle Suore della Madre della Divina Misericordia. Qui, nel 1933, incontrò suor Faustina come penitente. La suora però durante le confessioni si soffermava a lungo a parlare delle rivelazioni private sul culto alla Misericordia divina. Poiché queste sue confessioni duravano più del dovuto, mettendo a dura prova la pazienza delle altre consorelle che attendevano il loro turno per confessarsi, il beato ordinò a suor Faustina di essere più discreta in confessione, di mettere per iscritto le sue esperienze e di consegnargliele. In tal modo nacque il Diario.
"Il beato - ha detto in proposito il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi - non credette subito al carattere soprannaturale di queste manifestazioni. Dopo un lungo discernimento prudenziale e dopo accurata analisi teologica, giunse alla convinzione della loro autenticità. Non solo, ma anch'egli si dedicò alla diffusione del culto alla Divina Misericordia, fondando la Congregazione delle Suore di Gesù Misericordioso.
"In tal modo - ha concluso la sua omelia monsignor Amato - il Cuore misericordioso di Gesù ha forgiato due apostoli della carità divina: santa Faustina Kowalska e il beato Michele Sopocko. E invita anche noi a essere testimoni di perdono, donato e ricevuto, grati a questi due santi apostoli, che hanno diffuso il messaggio evangelico non solo nella loro nobile patria polacca, ma in tutta la Chiesa e in tutto il mondo".
Io sono Paolo Merolla, se siete qui credete di essere dei perdenti, infatti lo siete.
martedì 30 settembre 2008
L'OSSERVATORE ROMANO Edizione quotidiana 29-30 settembre 2008
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