Si è avuta stamane (28 marzo) l'ennesima conferma che in territorio pakistano il terrorismo continua a colpire non dando tregua e alimentando i timori della comunità internazionale: nel nordovest un commando ha attaccato con armi automatiche e razzi un terminal utilizzato come base per inviare rifornimenti alle truppe Nato in Afghanistan (il 75 per cento dei rifornimenti per le truppe statunitensi e dell'Alleanza Atlantica operanti in territorio afghano arrivano attraverso il Pakistan). Proprio ieri, nell'illustrare la nuova strategia statunitense nella regione, il presidente Barack Obama aveva lanciato l'allarme: i terroristi islamici vogliono colpirci dal Pakistan. Di conseguenza la strategia da adottare, secondo il capo della Casa Bianca, non può ammettere indugi. "Occorre distruggere, smantellare e sconfiggere Al Qaeda, impedendogli in futuro ogni possibilità di ritorno".
"La situazione è sempre più rischiosa" ha detto il capo della Casa Bianca, annunciando la nuova strategia, che prevede l'invio di altri quattromila soldati per addestrare le forze di sicurezza di Kabul, aiuti in dollari al Pakistan (un miliardo e mezzo all'anno fino al 2014), e per la prima volta l'indroduzione di criteri di efficienza, in base ai quali valutare i progressi militari e civili nella lotta alla corruzione e nell'uso oculato degli aiuti internazionali. Obama ha poi proposto la creazione di un Gruppo di contatto per l'Afghanistan, di cui facciano parte i Paesi Nato e quelli del Golfo, insieme a Iran, Cina, Cina, India e Russia. Il presidente statunitense ha quindi dichiarato: "Se il Governo afghano dovesse cadere nelle mani dei talebani, allora Al Qaeda non avrebbe più oppositori e il Paese tornerebbe a essere una base per i terroristi. È un prezzo che il mondo non può permettersi di pagare".
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