La rivoluzione egiziana per una democrazia di modello occidentale si sta dirigendo invece verso la produzione di risultati contrari alle aspettative di chi l’ha guidata, con differenti dei quali, musulmani o cristiani, ho avuto contatti.
I partiti islamisti ora hanno buone possibilità di raggiungere la maggioranza assoluta nelle elezioni parlamentari di novembre, lo stesso per le presidenziali.
Una vittoria elettorale, con il supporto di alcuni, se non tutti, i salafiti, consentirà alla Fratellanza Musulmana di formare un governo a sé stante, guidato da un primo ministro scelto tra i suoi ranghi o comunque ad essa legato. Finora i partiti islamici negano l’intenzione di mettere in campo un candidato per le elezioni presidenziali. Ma questo non significa che non riusciranno a sostenere un candidato a loro gradito. Non è detto però che le cose andranno così, molto è cambiato davvero nell’animo degli egiziani, potrebbe non essere questo ciò che accadrà nel futuro imminente.