Aumenta il numero dei leader releligiosi iraniani insofferenti al regime
Il figlio Hossein Karrubi ha aggiunto che tutte le telefonate di suo padre sono intercettate, quindi, quando il leader spirituale si organizza per incontrare qualcuno, le forze di sicurezza lo bloccano davanti casa.
Anche le restrizioni delle attività dei leader Karrubi e Mir Hossein Musavi si sono intensificate negli ultimi giorni.
L'Ayatollah Zanjani è ormai fonte di emulazione: egli sostenne Karrubi e Musavi nelle contestate (a dir poco) elezioni presidenziali del giugno 2009, come anche fecero gli ayatollah Ysef Sanei, Ali Mohammad Dasgheib, e Hossein Ali Montazeri, morto nel dicembre dello scorso anno.
L'impressione è che la dittatura del "Raid umano" Mahmud Ahmadinejad si stia concludendo. Ma in quale modo terminerà, a che prezzo?
La pressoché totale mancanza di copertura della guerra civile iraniana da parte dei media liberali occidentali, essendo la situazione in Iran non collegabile a "giuste cause" ideologiche, così che coloro che qui sono troppo ricchi non se ne rendano conto (una mente prestata [venduta?] a chi conta per far carriera o cosa libera da tanti problemi, no?) è, a mio parere, oltre che gravissima, assai pericolosa. Più dello stallo delle organizzazioni internazionali e della ignavia dei nostri governi, impegnati spesso a discutere di cose che con la "politica" poco hanno a che fare. La speranza è che alla fine gli Stati Uniti accettino la proposta israeliana di operare con i drone per ripulire il Paese dalle centrali nucleari, alcune già potenzialmente attive. Ci fosse stato un Presidente nella camera ovale, magari il massacro a cui forse assisteremo (essendo pressoché impossibile un'operazione nucleare iraniana, facilmente prevenibile, e che proccupa molto e soprattutto gli stessi paesi arabi, la tendenza sarà ad intensificare l'offensiva contro la popolazione) non sarebbe una possibiltà da valutare.
Il popolo, orgoglioso della splendida cultura persiana (e che quello sia un Paese delizioso ed accogliente lo dimostra tutta la sua storia, anche recente), merita il nostro sostegno con chiara disposizione a marciare e manifestare. Sono persone, tutte, terrorizzate ormai da troppo tempo. Credono all'imminenza di un attacco da pate della NATO, che conduca a conseguenze simili a quelle delle guerre irachene. Lì l'informazione è davvero scarsa, tra l'altro nessuno sa dove siano nascosti preti e comunità cristiana, o se siano ancora nascosti o già sterminati o sotterrati nei luoghi di tortura.
Occorre che sappiano che la Nato non interverrebbe mai: con le truppe già in Afghanistan (ed alcuni addirittura perduti, Dio li conduca alla Pace Eterna), guardare il telegiornale diverrebbe cosa insostenibile per la maggior parte degli abitanti dei Paesi dell'ovest europeo. In più, a parte i rifugiati, gli iraniani non sanno che la situazione è strategicamente completamente differente. Intanto i martiri (soprattutto le donne, spesso colpevoli solo di essere imparentate con gli oppositori al regime, ma anche attivissime esse stesse, nel silenzio quasi totale delle molteplici "comunità" internazionali, o ciò che sono, per la difesa dei loro diritti) aumentano e aumentano.
È, almeno nella mia opinione, a causa del lungo periodo di pace e del mancato interesse per la politica estera, e probabilmente del mancato ascolto dei racconti dei prori nonni, ben più contenti di noi, sotto le bombe, quando avevano la nostra età, che la gioventù che ci circonda (e i loro maestri) appare non realizzare l'importanza di ciò che accade lì, o addirittura non ne sanno un tubo. D'altra parte, se anche hanno capito, si vedono già tante cose brutte in tv: gli tsunami, i cani abbandonati sull'autostrada, e poi le cose per le quali indignarsi che compiono i nostri governi, ormai quasi tutti conservatori, ma inani ad operare causa le Costituzioni parasocialiste ed intoccabili, condizionate dalle conseguenze del secondo dopoguerra, e quindi, cosa?, l'Iran?, ma il Medio Oriente vuol dire la questione palestinese, il sionismo, vabbè.
Ho parlato davvero troppo, anzi scritto, basta parlare.
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