Trascrivo da un vecchio numero del Timone questo appunto di Maurizio Schoepflin, che mi ha fatto capire più di ogni altra cosa perché i danni dei "lumi" continuano ancora.
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«Scriveva de Maistre in una lettera del dicembre 1793: "Secondo il mio modo di pensare, il progetto di mettere il lago di Ginevra in bottiglie è molto meno folle di quello di ristabilire le cose proprio sulle stesse basi in cui esse si trovavano prima della rivoluzione"; è il giudizio lucido di un uomo che considera gli eventi del 1789 i frutti più perversi della modernità nata dalla Riforma protestante e proseguita con l’illuminismo, un vero e proprio castigo divino per tutti coloro, nobili e clero compresi, che si erano lasciati sedurre dalle nuove idee filosofiche e avevano smarrito il senso e il valore della tradizione.»
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